Tutti insieme, contro loro due, poteva essere
quella, la fine…André scacciò via il prepotente desiderio
che aveva di morire, lì, su quella strada, magari fra le sue braccia.
Lo sostenne la paura che se fosse morto forse
sarebbe potuta morire anche lei.
Dio non lo aveva forse fatto nascere per
difenderla col suo immenso, sconfinato amore?
Era quello, il suo compito.
Mise ardore e potenza nei suoi colpi tanto
che la stessa Oscar ne fu stupita.
Da quanto André era divenuto così
abile con la spada?
Aveva una tale furia nello sguardo ed erano
così maestosi i suoi movimenti..!
E poi era magnifico con quei capelli sciolti
sulle spalle robuste, bello come un dio greco…
Ma a cosa stai pensando, Oscar, sei impazzita? Si sentì travolta, annientata da quei
pensieri assurdi e soprattutto provò a chiedersi da cosa fossero
dettati.
Continuavano a menar colpi, qualcuno cadde
sotto essi, ma Oscar e André si ritrovarono l’uno affianco all’altro,
esausti e i loro avversari erano ancora troppo numerosi.
“ Che facciamo, Oscar?” chiese André,
preoccupato.
Oscar strinse con più forza l’elsa
della sua spada.
Si sarebbero battuti fino alla morte, se
era necessario, ma non avrebbe mai, per nulla al mondo, permesso che venisse
fatto del male ad André.
Non s’interrogò più sui reali
motivi che le provocavano simili pensieri, sopravvivere, ora, era il suo
unico intento.
“ Io dico di ucciderli entrambi..” mormorò
uno degli assalitori al suo capo.
Questi annuì.
“ Sì, sono pericolosi..Meglio finire
in fretta il lavoro e accontentarsi della ricompensa pattuita, se dovessero
scapparci..” non finì la frase.
Un cenno d’assenso e si gettarono incontro
ai due, ma sia Oscar che André erano pronti a riceverli.
Un terzo uomo caricò la pistola.
Prese la mira.
André si destreggiava tra due avversari,
Oscar era in balìa d’altri due ma sembrava avere la meglio ed in
più era sulla sua traiettoria.
Ma sì, pensò l’uomo, meglio
farla finita presto e quel verme di un servo non sarebbe stato un pericolo.
Aggiustò il tiro.
La donna era impegnata nel duello, non se
ne sarebbe neanche accorta…
Adesso, che era il momento giusto..!
D’istinto si era voltato, André.
Aveva intuito immediatamente le intenzioni
dell’uomo e si era sentito morire.
Da quella distanza, la sua Oscar sarebbe
potuta…
“..No!” pensò.
Gridarle di stare attenta l’avrebbe solo
distratta, facendole perdere, oltre alla concentrazione, il duello con
la spada.
Che cosa poteva fare?
Si ritrovò davanti a lei senza rendersene
conto, prima ancora che la pistola sparasse, prima che lei potesse stupirsi,
o fermarlo, o proteggerlo…
Se lo vide dinanzi all’improvviso, col proiettile
che gli passava accanto urlando e la spada del duellante che gli tagliava
di netto sul petto la camicia bianca.
Oscar rimase paralizzata, la spada le scivolò
a terra e non le riuscì di muovere un solo muscolo nel tentativo
di raccoglierla.
André era fermo davanti a lei, poteva
sentire l’inconfondibile odore della sua pelle, quasi sfiorargli i capelli
morbidi, sentirlo tremare al tocco delle sue mani..
Come la sera prima, quando l’aveva baciata
per la prima volta e aveva sentito i suoi muscoli tendersi per l’incontenibile
desiderio che aveva di lei.
Le braccia dell’uomo le facevano da scudo
assieme al suo corpo caldo e se avesse potuto leggergli negli occhi, vi
avrebbe scorto la profondità del suo folle sentimento.
“ Non vi azzardate a toccarla…” sibilò,
a denti stretti, per nulla piegato dal dolore che la ferita al petto doveva
senz’altro causargli.
Gli uomini arretrarono, per un istante paralizzati
da tanta ostinazione, dalla decisione con cui quello sciocco servo aveva
preso le difese della donna.
Durò brevi attimi la loro perplessità,
erano lì per una missione, erano stati pagati, per essa, no?
Per la Francia, per un popolo oppresso, per
la libertà e l’uguaglianza, oltre che per denaro, a morte tutti
i nobili e chi si schierava dalla loro parte!
Le mani di Oscar corsero a stringergli le
spalle mentre il cuore accelerava i battiti e gli occhi le si riempivano
di lacrime.
Stava per supplicarlo di farsi da parte,
di non sprecare la sua vita per lei così ingrata nei confronti di
tanto gratuito amore, ma l’eco lontano di voci e un rumore di zoccoli che
si avvicinava velocemente riaccese la speranza sul suo pallido viso.
Tutto accadde velocemente.
Uomini giunsero su cavalli nervosi e ribelli,
imbracciavano arnesi da campagna di certo meno nobili di una spada, più
rozzi rispetto ad una pistola, ma ugualmente gli assalitori impallidirono,
arretrarono, tentarono di scappare riuscendovi, infine, dileguandosi di
gran carriera, com’erano giunti.
Oscar respirò, sollevata, mentre uno
dei suoi salvatori scendeva da cavallo e le andava incontro.
Il suo tono di voce era leggermente preoccupato
e sul volto, in ogni caso, recava la felicità di rivedere madamigella
Oscar.
E lei, ora che lo aveva davanti, riconosceva
Sugànne, uno dei contadini che lavoravano per la famiglia Jarjayes.
André le fu subito accanto.
Con una mano si teneva il petto, l’altra
poggiava sul fianco.
Aveva un’aria sofferente ma la voce era quella
di sempre, forse più calda del solito mentre incontrava lo sguardo
del loro amico.
“Philippe..” mormorò, con un sorriso.
Altri uomini scesero da cavallo, uno di questi,
un ragazzo dai lunghi capelli biondo cenere, si avvicinò ad Oscar
e le disse, con trepidazione e una sorta di commozione che rese lucenti
i profondi occhi scuri:
“ Madamigella Oscar..Sono così felice
di vedervi..! Siete…come vi ricordavo, sapete? Bella come il sole..!”
Oscar sbatté le lunghe ciglia, perplessa.
Ma chi era quel tipo?
Assurdo..Aveva un’aria vagamente familiare
e dei modi di presentarsi alquanto sbrigativi!
E nonostante non si fosse voltata a spiare
la reazione di André, sapeva che c’era stata e al pensiero le venne
da sorridere.
Intanto, Sugànne aveva affibbiato
al ragazzetto una sonora pacca sulla schiena e aveva annunciato, fiero.
“ Questo è Gilbert, madamigella Oscar!
Mio figlio, quello che voi avete salvato anni fa..e per cui io non finirò
mai di esservi riconoscente!”
Sia Oscar che André esplosero in un’esclamazione
di sorpresa mentre all’unisono esclamavano:
“ Il piccolo Gilbert?!”
“Già!” riprese il padre, ignorando
l’espressione improvvisamente offesa di suo figlio.
“Fortuna che ci trovavamo in zona e abbiamo
udito le vostre voci! Avete idea di chi fossero quegli uomini…di cosa volessero
da voi..?”
Al diniego di Oscar seguì un lamento
soffocato.
Tutti si girarono a cercare André
ma questi si era improvvisamente accasciato.
Dalla mano che teneva premuta sul torace
scaturì copioso il sangue e il respiro divenne un rantolo, la voce
un flebile sussurro.
“Nulla..non è nulla..” mormorò.
Oscar gridò e si gettò su di
lui.
Su quel petto posò una mano, incurante
del sangue, abbracciò quel corpo, annientata dalla più dolorosa
paura.
“André, no..!” lo supplicò.
Lui la guardò sofferente e tentò
di sorriderle.
Forse avrebbe anche desiderato parlare, ma
tutto si fece buio attorno a sé, non scorse più né
i capelli biondi né la luce viva in fondo agli occhi di Oscar.
Ebbe paura mentre un gran freddo avvolgeva
le sue membra.
Credette di morire e nell’attimo in cui sprofondò
nell’incoscienza si sentì solo, abbandonato e infinitamente triste,
l’unico dolore che sentiva era quello di sapere di non poterla mai più
stringere, toccare o solo desiderare.
Chiuse gli occhi e una lacrima gli scivolò
lungo il viso, mentre l’amata gli stringeva il capo sul cuore.
***
“Le sue condizioni non sono gravi, la ferita
non è molto profonda..”
Il medico si sollevò da André.
“Tuttavia…” s’interruppe.
Oscar tremò leggermente mentre chiedeva:
“..Cosa, dottore?”
L’uomo parve pensarci un attimo, quindi concluse:
“ Ha perso parecchio sangue e questo mi preoccupa
un poco. Deve assolutamente riprendere conoscenza, dopodiché gli
occorrerà riposo assoluto e una ricca alimentazione. Deve riacquistare
le forze..!”
“Oh, non dubiti! Non gli mancherà
certo da mangiare!” asserì Oscar.
“ Anche quest’ambiente..” continuò
il medico indicando le mura scrostate e verdognole di quella misera casa
che era la dimora del suo amico Sugànne. “..non è molto salutare.
L’umidità non può certo far bene ad André! So che
portarlo qui è stata l’unica soluzione, la tenuta di Arras è
ad un’ora di strada, ma lì avrebbe ricevuto cure migliori.”
“ Lo so..” mormorò Oscar. “..Ma..accenderemo
il fuoco! Riscalderemo questa stanza, eh, Gilbert..?..Sugànne?”
Sugànne abbassò lo sguardo,
Gilbert, invece, parlò:
“ Ci spiace di non potervi essere utili,
madamigella Oscar..Vedete, non abbiamo di che scaldarci in pieno inverno,
figuriamoci all’inizio di primavera..! E in quanto al mangiare..Non c’è
carne, né frutta, tanto meno pane..Non abbiamo niente al di fuori
della fame!” Incredibile…
Nulla, dunque, era cambiato dall’ultima volta!
Già..quei volti scarni, scavati, i
corpi affaticati dal troppo lavoro, dalle molte privazioni.
Cosa poteva fare?
Trasportare André in quelle condizioni
era impensabile, ma non poteva neanche lasciare che morisse di freddo e
di fame!
“Penserò io a procurare legna da ardere
e qualcosa da mangiare” annunciò Oscar alzandosi in piedi.
Al tentativo di protesta del padrone di casa,
aggiunse:
“ André è mio amico. Mi ha
difesa a costo della vita, non c’è.. nient’ altro che io possa fare
per il mio..amico.”
Un nodo le chiuse la gola e tentò
di fuggire, prima che potessero vederla piangere.
“ Oscar, aspettate!”
Gilbert le prese un braccio e arrestò
la sua corsa.
Si parò davanti a lei, lo sguardo
deciso, severo, troppo duro per essere quello di un ragazzetto che poteva
avere sì e no sedici anni.
“ Non vi permetterò di uscire da sola!
Dimenticate che quegli uomini hanno cercato di uccidervi e potrebbero essere
ancora là fuori ad aspettarvi!”
Lo sguardo di Oscar si fece tagliente.
“ So badare a me stessa..”
“No, non sapete farlo!” rincarò la
dose il giovane “..L’avete detto voi che André vi ha difeso a costo
della vita..! Se non fosse stato per lui, forse a quest’ora sareste già
morta!”
“Gilbert!” lo richiamò il genitore.
“ Come osi parlare così a madamigella
Oscar? Chiedi subito scusa!”
Lui gli lanciò uno sguardo di supplica:
“ Ma..padre..”
“ Immediatamente!”
Ma Oscar scosse il capo.
“No, non serve, Sugànne..” si rivolse
a Gilbert. “ Tu cosa faresti al mio posto?” chiese, tentando di sorridere.
La risposta di Gilbert non si fece attendere.
“Mi farei accompagnare da qualcuno di cui
possa fidarmi ciecamente!”
“..Ossia?”
“Da uno come me!” disse, battendosi un pugno
sul petto.
Oscar rimase colpita dalla fierezza che lesse
in quegli occhi.
Erano ardimentosi, impavidi, le ricordavano
lei tanti anni prima, coi suoi entusiasmi e l’orgoglio d’essere uomo.
Una rosa rossa…
Scacciò seccata quel pensiero.
Le parole di André, le aveva ancora
nelle orecchie..!
“ Non c’è tempo da perdere! Dottore,
saremo presto di ritorno.” corse fuori.
Gilbert fece per seguirla, ma il padre lo
richiamò.
Quando si girò a guardarlo, in attesa,
Philippe gli raccomandò:
“ Sta’ attento! E prenditi cura di Madamigella
Oscar!”
Lo impensierì il sorrisetto di Gilbert,
lo sorpresero le sue parole.
“ Non temete, padre..Farò come André!”
E sparì fuori, inghiottito dal sole
di mezzogiorno.